Il Dōjōkun dei più piccoli

Il Dōjōkun dei più piccoli

November 03, 20256 min read

Una guida per chi osserva, per chi accompagna e per chi insegna


Che cos'è il Dōjōkun

Il Dōjōkun è un breve insieme di frasi che racchiude i principi fondamentali del Karate. Sono gli Insegnamenti del Dōjō, una direzione: una guida per allenarsi con impegno, crescere con rispetto e vivere con consapevolezza. Nel Dōjō, viene spesso recitato in giapponese a fine lezione come momento di chiusura e riflessione.

Nel tempo, il Dōjōkun è stato tramandato in diverse versioni e con differenti traduzioni, a seconda delle scuole, delle epoche e delle interpretazioni dei Maestri. Non esiste un'unica forma "ufficiale", ma ciò che resta invariato è il senso profondo: coltivare, attraverso la pratica, un atteggiamento corretto verso sé stessi, verso gli altri e verso la vita.

Nel percorso del Kokoro International, il Dōjōkun è stato codificato così:

  1. Sforzarsi di migliorare il carattere

  2. Seguire la via della sincerità

  3. Coltivare lo spirito del costante sforzo

  4. Onorare il rispetto

  5. Controllare lo spirito impulsivo

Cinque principi semplici e profondi, che non si limitano all'allenamento tecnico, ma che si riflettono nel modo di affrontare ogni situazione, dentro e fuori dal Dōjō.


E per i più piccoli?

Proporre questi concetti a bambini molto giovani richiede una cura educativa particolare. Molti dei termini presenti nel Dōjōkun, come "carattere", "costante sforzo", o "spirito impulsivo", sono astratti e spesso difficili da comprendere per chi è ancora all'inizio del proprio percorso di crescita.

Tradizionalmente, il Dōjōkun è stato tramandato con variazioni legate più all'abitudine e alle diverse interpretazioni che a scelte pedagogiche mirate. Nel nostro Dōjō abbiamo invece scelto di compiere un passo consapevole: creare una forma educativa pensata appositamente per i più piccoli, non come semplice traduzione ma come vero e proprio adattamento pedagogico. Una frase accessibile, concreta, che può essere compresa e soprattutto vissuta:

Bravi, sinceri, che si impegnano, rispettano e non si arrabbiano mai.

Questa frase non sostituisce il Dōjōkun tradizionale, né intende banalizzare. È un ponte educativo, che rende quei principi profondi più vicini all'esperienza quotidiana dei bambini. Un modo per far sì che il Dōjōkun non sia solo recitato, ma agito nei gesti di ogni giorno: nel modo di aspettare il proprio turno, aiutare un compagno, rialzarsi dopo una caduta o ascoltare in silenzio.

Con il tempo, crescendo nella pratica e nella comprensione, i bambini incontreranno anche la versione completa, come quella proposta da Kokoro International. Ma nel frattempo, queste prime parole diventano una guida concreta, che li accompagna sul tatami e nella vita.


Per i genitori che osservano

Se hai un figlio o una figlia che ha iniziato da poco Karate, probabilmente ti sarà capitato di assistere a qualche minuto di lezione. Forse l'hai visto entrare a piedi nudi, salutare, ascoltare in silenzio. E ti sarai chiesto: "Ma cosa stanno davvero imparando?"

La risposta è: molto più di quanto si veda a prima vista.

Nel Dōjō, i bambini imparano l'attenzione, la pazienza, la cura. Ogni gesto — anche il più semplice — è un allenamento alla presenza: sistemare il Karategi (la divisa di allenamento), aspettare il proprio turno, provare ancora anche quando qualcosa non riesce, ascoltare e osservare senza parlare.

Il Dōjōkun li accompagna in tutto questo, offrendo loro delle parole che, piano piano, diventano atteggiamenti interiori.

È importante ricordare che questi apprendimenti richiedono tempo. Non sono abilità che si possono testare a casa come una performance, ma semi che germogliano gradualmente, attraverso la ripetizione, l'esempio e la pratica costante.


Per i Maestri e gli insegnanti

Proporre il Dōjōkun ai bambini non significa "spiegarlo". Significa renderlo vivo, accessibile, esperibile. Ogni parola può essere una chiave, se proposta con sensibilità, attraverso l'esempio e l'esperienza.

Non serve forzare la comprensione: è l'azione quotidiana a dare significato. E con il tempo, le stesse parole si trasformano insieme a chi le pratica.

Per questo, ogni frase che proponiamo ha dentro di sé più livelli di lettura. Ecco come possiamo interpretarla e condividerla.


Bravi

Essere "bravi" non vuol dire "perfetti" o "i migliori". Vuol dire riconoscere il bene che già si fa, quando si mette attenzione, rispetto e impegno in ciò che si fa. È un incoraggiamento, non una pressione. Anche solo sistemare il Karategi da soli, salutare con cura o ascoltare in silenzio: tutti gesti di chi sta già facendo del proprio meglio.


Sinceri

Essere sinceri vuol dire essere veri. Dire che non si è capito, chiedere aiuto, ammettere un errore. Ma significa anche tentare di comprendere cosa si è davvero in grado di fare, senza fingere né con gli altri né con sé stessi. La sincerità è la base su cui si costruisce la fiducia nel Dōjō… e nella vita. È quella qualità che permette ai bambini di riconoscere i propri limiti senza vergogna e di chiedere sostegno quando serve, sapendo che il Dōjō è un luogo sicuro.


Che si impegnano

L'impegno non è solo fatica: è quella costanza che dura nel tempo, quel dare un po' di più anche quando sembra difficile. Provare, riprovare, tornare. Accettare che non tutto riesce subito, ma che tutto si può imparare. L'impegno è quella forza interiore che si coltiva un po' alla volta, attraverso piccoli gesti ripetuti giorno dopo giorno.


Che rispettano

Il rispetto è il filo che unisce tutto: persone, oggetti, regole, spazi. È nella voce bassa quando si entra nel Dōjō, nel silenzio quando parla il Maestro, nell'ascolto reciproco tra compagni. Ma è anche il rispetto per sé stessi, per i propri limiti e per la propria unicità. Rispettare significa riconoscere il valore: delle cose, degli altri e di sé.


E non si arrabbiano mai

Naturalmente i bambini si arrabbiano. E va bene così. La rabbia è un'emozione naturale e importante, che ha il suo posto nella vita di ognuno. Il punto non è non provare rabbia, ma imparare a riconoscerla e a scegliere come rispondere. A volte ci si ferma. Altre volte si agisce con calma. L'importante è non lasciare che sia l'impulso a decidere per noi. Il Karate aiuta a creare quello spazio tra l'emozione e l'azione, quello spazio in cui possiamo scegliere.


Un seme che cresce nel tempo

Il Dōjōkun è una frase, ma è anche molto di più. È una direzione, una presenza, un modo di camminare nella vita. Per i bambini, è una guida. Per i Maestri, una responsabilità. Per i genitori, un'occasione per comprendere il valore profondo di ciò che i propri figli stanno vivendo.

Il passaggio alla versione completa del Dōjōkun non avviene in un momento prestabilito, legato all'età o al grado. Avviene quando il bambino è pronto, quando le parole semplici hanno già fatto il loro lavoro e la comprensione più profonda può trovare terreno fertile. È il Maestro, osservando la crescita di ciascuno, a riconoscere questo momento.

E anche se non tutto è subito visibile, ogni volta che un bambino aspetta il suo turno, aiuta un compagno, dice "grazie" dopo un esercizio o sistema con cura il proprio Karategi, quel seme sta germogliando.

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